TREKKING IN EMILIA ROMAGNA: MONTE ADONE, PERCORSO CAI 110.

Con uno zaino grande quanto me e senza nessun osso rotto, ce l’ho fatta! Ho concluso la mia scalata e sono arrivata in cima al Monte Adone.

Scopriamo come affrontare il sentiero CAI 110 che percorre l’escursione ad anello del Monte Adone

Dalla fine del lock down è il primo weekend che ho modo di dedicare del tempo alla natura. Ho iniziato ad apprezzarla molto di più durante le privazioni di quasi 2 mesi passata chiusa in casa.

Ispirata dal racconto di una collega di lavoro mi sono documentata su vari forum in internet: “il sentiero è di bassa difficoltà, per principianti”. Bene, dopo mesi di fermo bisogna ripartire piano piano.

Mi piace programmare e la preparazione, soprattutto in questo genere di gite fuori porta, per me è essenziale.

È domenica mattina, riempio lo zaino con macchina fotografica, kit base di primo soccorso, borraccia e cibo, passo a prendere Matteo sotto casa e ci avviamo verso Brento che segna l’inizio del percorso ad anello del Monte Adone.

Puoi parcheggiare la macchina nelle vie del piccolo borghetto ed individuare facilmente via Vallazza per imboccare il sentiero CAI 110. Noi abbiamo girato a sinistra, la strada che vedi invece di fronte a te è quella da cui arriverai a fine percorso, puoi quindi farlo al contrario, a tua scelta!

Faccio un bel respiro alla vista della prima ripida salita, incoraggiata nel vedere davanti a me quel papà con la sua bimba sulle spalle a mo’ di zainetto. Penso, se ce la fa lui allora posso farcela anche io!

Il sentiero è in parte in mezzo al bosco, per lo più scoperto e diversamente da come me lo aspettavo, piuttosto ripido e roccioso. Ci sono terrazze panoramiche in ogni punto cardinale. Campi geometrici di coltivazioni multicolore: giallo, verde, marrone.

Dopo 60 minuti di camminata e diverse soste foto, arriviamo alla croce che segna la vetta del monte Adone, siamo a quota 654 m s.l.m. Cielo infinito, pareti frastagliate di roccia e vegetazione, due torrioni di pietra colore argilla che sbucano dal basso come altissimi grattacieli. In lontananza la città di Bologna e il santuario di San Luca.

Cerchiamo un posto più isolato per fermarci, scattare qualche foto e godere della vista smangiucchiando qualche galletta di riso.

La discesa ha per buona parte gli alberi che ti fanno da tetto, motivo per cui il terreno è sempre più umido e scivoloso. Il consiglio che ti do, e quello che darei a me stessa se dovessi ritornaci, è di provare a farlo al contrario per evitare scomode scivolate.

L’ultimo tratto è asfaltato e davanti ai bivi poco segnalati ricordati di andare sempre a destra!

Rientriamo a Brento stanchini ed affamati. Al nostro arrivo in mattinata abbiamo prenotato un tavolo alla Vecchia Trattoria Monte Adone dove ci fiondiamo per goderci un meritatissimo pranzo!


INFORMAZIONI UTILI IN BREVE

  • Durata del percorso circa 2 ore
  • Inizio percorso a Brento, via Vallazza. Si può parcheggiare vicino in strada
  • Attrezzatura tecnica: scarpe trekking e bastone
  • La Vecchia Trattoria Monte Adone è l’unica del posto, ma te la consiglio per mangiare buoni piatti tradizionali
  • Non sono presenti bagni pubblici lungo il percorso
  • Si può deviare in direzione del “Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica”
  • È tappa e prolungamento della Via degli Dei

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